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Accesso al mercato

punto.gifBarriere tariffarie
Esistono dazi doganali elevati per alcuni tipi di merci, tessili e generi alimentari in particolare. L'importazione di calzature è stata recentemente oggetto di misure doganali fortemente penalizzanti.
In Bielorussia i dazi doganali sono alquanto differenziati ed in alcuni casi possono essere estremamente elevati. Tuttavia, considerati nel loro insieme, sono all'incirca sui livelli di quelli praticati dai Paesi appartenenti all'Organizzazione Mondiale del Commercio.


punto.gifBarriere non tariffarie
Sono previste:

        •    Una certificazione obbligatoria per alcuni tipi di merci importate nonostante l'esistenza di certificati
             europei/internazionali;
            Quote per alcolici e prodotti della pesca;
            Licenze per zucchero, birra, pesticidi e tappeti.

Queste sono, in estrema sintesi, le principali barriere non tariffarie utilizzate per regolamentare le importazioni. L'importazione di vini risulta ancor più penalizzata da una serie di adempimenti e pagamenti anticipati di quote ed accise, tanto da rendere questo mercato di non facile accesso. I vini italiani qui in vendita, oltre che di modesta qualità, sono di prezzo molto elevato.


punto.gifNorme sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale
E' in vigore una normativa sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale (leggi sui brevetti, sui marchi commerciali, sui diritti d'autore), anche se non pienamente rispettata. La vendita di prodotti falsificati, soprattutto nei settori dell'abbigliamento, della cosmetica e delle opere musicali, realizza notevoli volumi di affari. Per quanto riguarda la contraffazione di opere musicali e cinematografiche, il Governo bielorusso ha introdotto una nuova normativa molto più restrittiva.


punto.gifProblematiche relative agli investimenti esteri nel Paese
Oltre all'isolamento politico della Bielorussia per quanto riguarda i rapporti con i Paesi occidentali, si osservano in particolare l'incertezza della stabilità macroeconomica e delle basi giuridiche per l'attività di investimento, la debolezza del sistema bancario, la lentezza della privatizzazione ed il mancato sviluppo del mercato fondiario.

La gestione centralizzata dell'economia, l'eccesso di interferenza dell'apparato pubblico-statale e la politica fiscale costituiscono disincentivi alla presenza di investitori stranieri. Alla legislazione si aggiunge l'elevato grado di interferenza politica degli organismi decisionali, nonché una certa diffusione di pratiche fiscali e doganali spesso molto penalizzanti. Il Governo bielorusso, proprio a seguito dei rilievi mossi dagli Istituti Finanziari Internazionali, ha apportato emendamenti al Codice degli Investimenti in vigore dal 1° gennaio 2005, introducendo la possibilità di acquisire investimenti esteri anche nel settore agricolo. È stato stabilito, inoltre, il mantenimento delle agevolazioni anche in caso di successive modifiche restrittive alla legislazione in materia; è stato introdotto il divieto di liquidazione forzata (chiusura, esproprio, confisca) di una società fino al definitivo giudizio della magistratura.

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